Effetti delle droghe leggere sulla salute mentale? Qualche informazione in più!
Negli ultimi anni si sta assistendo a manovre per la liberalizzazione delle droghe leggere.
Ma le “droghe leggere” sono davvero “leggere”? E soprattutto: quali sono i loro effetti reali sulla salute mentale?
Negli ultimi decenni ha cominciato a diffondersi sempre più la distinzione tra droghe “leggere” e “pesanti”. Tale distinzione non ha fondamento scientifico poiché raggruppa all’interno della medesima categoria sostanze molto diverse tra loro per effetti e per capacità di generare dipendenza.
Quando si parla di droghe leggere solitamente ci si riferisce a tutte le sostanze derivate dalla canapa (Cannabis), come marijuana e hashish, che vengono riconosciute dalla popolazione come sostanze non troppo pericolose per la vita e a minor rischio di dipendenza fisica.
A partire da questa credenza si è andata man mano a diffondere l’idea che queste sostanze siano del tutto innocue e che possano essere impiegate senza nessun rischio per la salute allo scopo di rilassarsi, sentirsi a proprio agio, divertirsi e nei più giovani la cannabis è sempre più usata con la funzione di aggregante sociale. Generalmente, il solo rischio attribuito dai non esperti del settore alle cosiddette droghe leggere è quello di fungere da apripista per il passaggio al consumo delle droghe definite “pesanti”.
Questa credenze ingenue però non tengono conto del fatto che tutte queste sostanze, che siano definite “leggere” o “pesanti “, a lungo andare possono far emergere sintomi che interferiscono con lo svolgimento delle attività quotidiane (sociali, intellettuali o lavorative), creare dipendenza psicologica ed innescare cambiamenti strutturali nell’architettura del nostro cervello.
La marijuana, chiamata anche erba, fumo, canna o spinello, contiene come principio attivo principale il THC, che è responsabile degli effetti di alterazione mentale ricercati dai consumatori, quali rilassamento, euforia e disinibizione.
Va però tenuto conto del fatto che lo stato fisico e mentale indotto dalle “droghe leggere” varia notevolmente sulla base di:
- modalità d’assunzione,
- quantità di principio attivo in esse contenuto,
- presenza di ulteriori sostanze con cui vengono “tagliate”,
- fattori contestuali (ambiente esterno),
- fattori individuali (personalità, patrimonio genetico, ecc.), condizioni psicologiche contingenti.
Per tale motivo l’effetto di ogni assunzione risulta poco prevedibile e variabile.
Meno propagandati dai consumatori sono gli effetti negativi di tali sostanze: i cannabinoidi agiscono anche alterando la capacità di percezione spazio-temporale, controllo motorio, attenzione, concentrazione, memoria ed apprendimento, rendendo difficoltoso svolgere compiti, ricordare e memorizzare gli eventi, focalizzare e spostare l’attenzione da un argomento all’altro. Per questo motivo, in coloro che studiano si può notare un calo del rendimento scolastico, mentre nei lavoratori l’assunzione delle droghe leggere porta con sé notevoli disturbi, in primis difficoltà a concentrarsi e nella velocità di esecuzione delle mansioni.
L’assunzione di cannabinoidi spesso scatena anche sintomi quali depressione, instabilità dell’umore, attacchi di panico, dispercezioni, derealizzazione, depersonalizzazione, illusioni ed allucinazioni, che il soggetto vive con forte angoscia e paura e che possono arrivare a trasformarsi in vere e proprie forme di disturbo mentale quali psicosi tossiche acute, disturbi dell’umore e disturbi d’ansia..
In parallelo all’assunzione di droghe “leggere” a fini ricreativi e di socializzazione, un ulteriore fenomeno che noi professionisti della salute mentale riscontriamo spesso è l’utilizzo a scopi di automedicazione. I consumatori, infatti, imparano anche a far uso di sostanze per gestire situazioni stressanti o emozioni negative, quali ansia, vergogna e tristezza. Tale pratica è molto pericolosa soprattutto se imparata in giovane età: i ragazzi così non hanno modo di confrontarsi con emozioni naturali per l’essere umano e “fare palestra” per imparare a fronteggiare eventi difficili o stressanti e i le emozioni associate ad essi. Di conseguenza nel periodo dello sviluppo non imparano a riconoscere, differenziare e regolare autonomamente le emozioni senza l’ausilio della sostanza. Tale deficit nel riconoscimento e regolazione delle emozioni è un grande fattore di rischio per lo sviluppo in età adulta di problematiche psicologiche e disturbi mentali.
Decidere di rivolgersi a uno psicologo non è mai semplice, è una scelta che deve essere mossa da una forte motivazione da parte del paziente per intraprendere un percorso di cambiamento. Scegliendo il mio studio avrai la garanzia che le tue problematiche personali siano trattate con discrezione, sensibilità e professionalità.
Se ti rimangono dubbi sull’argomento o necessiti di ulteriori delucidazioni non esitare a contattarmi via mail per ricevere una risposta specifica per il tuo problema oppure telefonicamente nel caso tu voglia prendere un appuntamento per un primo colloquio. Il primo colloquio è gratuito, per permettere ad entrambi di valutare se posso essere la persona adatta ad aiutarti.
Approfondimenti
http://www.stateofmind.it/2014/09/cannabis-disturbi-psichiatrici/
Bibliografia
Hall, W. & Degenhardt L. (2009). Adverse health effects of nonmedical cannabis use. Lancet, 374, 1383-92.